El Príncipe - The Prince Regista: Sebastián Muñoz
El Príncipe
Regista: Sebastián Muñoz
Cast: Juan Carlos Maldonado, Alfredo Castro, Gastón Pauls, Lucas Balmaceda, Sebastián Ayala, Cesare Serra, Catalina Martin, José Antonio Raffo, Paola Volpato
Provenienza: Cile, Argentina, Belgio
Anno 2019
Autore recensione: Roberto Matteucci
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“El Príncipe, primero.”
In una cella di un carcere argentino, negli anni settanta, sono rinchiusi due uomini.
Uno è Luis Molina, omosessuale, condannato per corruzione di minorenni.
L'altro è Valentín Arregui, marxista, rivoluzionario, appartenente a un gruppo politico clandestino, in carcere per sovversione.
Sono diversi, nulla lì accomuna; eppure la solitudine, convivere sempre insieme, il condividere le difficoltà, contribuiranno al nascere di una profonda amicizia.
Il legame è il sogno. Il racconto orale di alcuni film crea il miraggio di viverci dentro.
Hanno poco da mangiare, sono malati, sono annoiati, sono confusi, allora Molina entra nel cuore del compagno narrando pellicole viste.
Manuel è la donna ragno:
“Tu sei la donna ragno, che acchiappa gli uomini nella sua tela.” (1)
Forse fra i due scatta pure una scintilla sessuale, nonostante Valentín sia eterosessuale.
È la trama del Il bacio della donna ragno (Kiss of the Spider Woman - El beso de la mujer araña). Un libro onirico, speciale per la rivoluzionaria immaginazione, dello scrittore argentino Manuel Puig.
Ambientazione, dicotomia caratteriale, diversità, omosessualità, erotismo, sogno, realizzazione di due mondi distinti e incompatibili, dittatura, carcere, umiliazioni, sono le tipicità strutturali del romanzo di Manuel Puig.
Uguale peculiarità si trovano nel film, collocato nel Cile di Salvador Allende, El Príncipe del regista Sebastián Muñoz presentato alla 76° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Siamo nel 1970, Salvador Allende, a capo di una coalizione socialista, è eletto presidente del Cile. Una vicenda breve e tragica, il programma incontrò degli ostacoli e contrasti sociali. Il golpe spezzò definitivamente l'esperienza di Allende. La motivazione della scelta temporale e politica è rivelata da Sebastián Muñoz:
“It was a personal choice for me to use that discourse, which was not in the original novel. I chose that the movie started at the end of 1969 and it ended just on the day Allende took power. Because that discourse is a discourse of hope. And it is a speech that speaks about the harsh, difficult times that are going to come. So I wanted The Prince, when he is alone finishing work on the plush cat, putting in the eyes, to be listening to that discourse on the radio so the world could understand what that speech was about. Allende was a very good orator and I think that speech is really moving and touching nowadays.” (2)
Jaime è un ragazzo problematico di vent'anni. È incarcerato nella prigione di San Bernando, una città vicino a Santiago. Ha ucciso per gelosia l'amico El Gitano. È imprigionato con quattro reclusi, uno di essi è Potro, il più anziano. Esso detta legge nella sua cella, stabilisce chi deve andarsene e chi può rimanere. Lo sguardo sensuale del giovane Jaime colpisce Potro. La prima decisione è cacciare dal suo letto l’amante per sostituirlo con Jaime.
Jaime è altezzoso, sostenuto, con la mente vola sopra tutti. Appena arrivato, è stato costretto a subire le regole crudeli del carcere ma non ha finora ceduto al cinismo come i detenuti di lunga permanenza.
Per questo atteggiamento, per il suo narcisismo, Potro lo chiamerà Príncipe. Fra essi ci sarà amore e stima. Ma è un amore in cattività, rinserrati in pochi metri quadri pieni di violenza. Nello scarso spazio con molta crudeltà, l'amore può solo deflagrare.
Le similitudini con Il bacio della donna ragno sono evidenti, palesi.
L'ambientazione in un carcere, con mille privazioni e brutalità.
La storicizzazione in un paese sudamericano, con un regime militare già in essere in Argentina, e un'altro in embrione in Cile.
La disuguaglianza fra Potro e Príncipe. Entrambi molto sono dissonanti; un attempato eterosessuale, sposato; l'altro adolescente, sognatore, con una omosessualità non ancora percepita.
Una sessualità abusata, ma anche affettuosa e amorevole.
Un altro aspetto sono i racconti del Príncipe, narrati sempre dietro sollecitazioni del vecchio. Il Príncipe è contento, gli piace raccontare della sua vita e, per la prima volta, si spoglia di fronte ad altre persone, sia metaforicamente, sia fisicamente.
Il Príncipe ha inizialmente una lussuria repressa, una sessualità inibita. La gelosia lo spingerà a eseguire un gesto inconsulto, inaspettato e di una violenza incredibile. Queste repressioni saranno svincolate all'interno del carcere sia per la ricerca di un oggetto sessuale differente, sia poiché si tratta di consuetudine accettata nella prigione.
Il Príncipe ha quindi un senso di colpa dal quale dovrà liberarsi.
Potro è anch'esso lussurioso, ha una incontrollata sensualità. Stare parecchi anni in carcere lo hanno spinto ad accrescere l'invida. Sentimento diffuso in un ambiente ristretto, con amori effimeri e facilmente sostituibili. Alcuni cercano addirittura di comperare l'affetto e i piaceri carnali.
La lunga detenzione, oltre il cinismo, gli ha provocato un'ira spesso irragionevole.
Però Potro riuscirà per amore a compiere un atto di generosità, inatteso rispetto al suo precedente comportamento. È innamorato.
Sia Potro, sia Jaime acquisiranno la specificità di essere contemporaneamente sia sadici, sia masochisti:
“La sessualità della maggior parte degli uomini si rivela mescolata a una certa aggressività … nella necessità di superare la resistenza dell’oggetto sessuale anche diversamente che con gli atti del corteggiamento. Il sadismo corrisponderebbe allora a una componente aggressiva della pulsione sessuale, resasi indipendente ed esagerata, che usurpa per spostamento la posizione principale.” (3)
Potro nel primo rapporto sessuale “supera la resistenza dell'oggetto sessuale” senza “atti di corteggiamento”con uno stupro doloroso, egoistico e furioso nei confronti del Príncipe. Successivamente, il legame si ribalterà. Sarà il Príncipe a imporre un coito anale violento e animalesco con il Potro. Il loro sadismo è giustificato da una specie di accettazione della vita in carcere.
L'esempio è una scena altrettanto brutale: dei perversi secondini: sputano su un bastone e lo adoperano per penetrano l’ano di Potro con malvagità e prepotenza.
L'autore sottolinea il Príncipe con un’altra caratteristica benevola, una particolarità con un valore letterario e artistico da vero Príncipe:
Q: The film starts with Jaime stabbing his best friend in what seems to be an outburst of passion. What is going on in Jamie’s life and mind that he acts out in such a violent way?
A: El narcisimo del personaje es el que lo movera durante toda la pelicula, matar a su mejor amigo y primer amor tiene que ver con el sentirse despechado ¿Por qué baila con otro y no conmigo?
(The narcissism of the character is what drives him during all the film. Killing his best friend and first love has to do with feeling disposed; why does he [Jaime’s best friend] dance with another person and not with me?) (4)
Il regista lo riprende come il Narciso del Caravaggio mentre guarda estasiato il riflesso del suo viso sull'acqua del pavimento lercio della prigione.
In innumerevole inquadrature è presente uno specchio, utilizzati, sia per il narcisismo del giovane, sia per palesare le debolezze dei personaggi.
La sessualità oppressa è descritta nella puerile relazione del Príncipe con una tardona, una signora attempata “mama acompagname”. In un hotel, la camera filma un close-up sulla vagina della donna, seguito da un amplesso triste di alcuni secondi abbinato da gemiti e sospiri disgustosi.
La repressione psicologica del Príncipe è sottolineata in una sequenza nel parlatorio. Ha una visita di un anziano signore, il padre. Uno two-shot silenzioso, senza parole, interrotto dal figlio da una sentenza definitiva “Non venire mai più, capito?”. Nello stesso momento, a colloquio c’è Potro, il quale sta baciando la moglie, provocando l’ira competitiva del Príncipe.
Il carcere è l'altro protagonista incontrastato.
Arrivo del Príncipe nel penitenziario. Nel chiaroscuro ci sono i prigionieri ultimi arrivati, accompagnati dai carcerieri attraversano la prigione. L'unico suono è quello delle sbarre sbattute. Il piccolo corteo si va sfoltendo. Un carcerato è rinchiuso, e un pesante cancello di ferro sbatte vigorosamente. Così via, una porta dopo l'altra. Tutti sono dentro. L'ultimo è proprio il Príncipe. Entra nella cella, high-light, per mostrare gli altri prigionieri mezzi nudi. L’angustia della vita di prigione è nei rumori acuti delle inferiate.
La profondità dei personaggi e la selezione della posizione è nella scena nei bagni.
Il sound è lo scroscio dell'acqua delle docce, il passo di alcuni, lo strofinio di panni lavati.
La mise-en-scene è un cesso squallido, misero, desolato. Sporcizia, mura scrostate, nero per l'acqua stagnante, luride scritte ovunque.
Il Príncipe indossa delle ridicole mutande a righe. È timido, impaurito, intorno gli altri imprigionati già svestiti sono a loro agio. Il Príncipe si dispone al centro dell'inquadratura. La visione è tagliata diagonalmente da due individui. Sullo sfondo reclusi con il pene fuori si lavano.
La camera è statica.
Cut sull'eyeline-matches del Príncipe. Si trova laterale alla scena e scruta uno spigliato Potro mentre si sta spogliando. Vicino c'è il solito specchio.
Cut, Potro va sotto la doccia.
Cut, il ragazzo prende coraggio e si denuda, ma si mette le mani a forma di conchiglia sul fallo.
Campo medio, anche il Príncipe entra e va a fianco di Potro.
La sequenza di trasforma. Campo lungo, otto maschi sono raggruppati nella doccia, tutti nudi, sembrano disinteressarsi uno con l'altro. Unicamente il Príncipe è incerto e indeciso ma Potro gli toglie l'impaccio, e per segnare il territorio e gli lava la schiena.
È una ripresa shallow-space per risaltare l’idea della claustrofobia della location.
I colori sono opachi, filmato con uno static-shot.
Nella scena c'è la teatralità, gli otto uomini sono al ralenti dentro la doccia come in un teatro. Ci sono i temi e gli impulsi provati nel film.
L’amore fra i due provocherà un capovolgimento di personalità. Il Príncipe diventa Potro, il nuovo leader della cella. È lui l'erede e tutti sono in fila per per le condoglianze.
Il film ha tecnica elegante.
Come la fotografia. Il regista la sfrutta attentamente. All'interno della prigione domina una luce oscura, nelle celle c'è alternanza fra low-light e high-lighting.
Una mise-en-scena studiata nei particolari, il mangiadischi, il secchio, la pittura delle pareti. Ci sono, gli onnipresenti specchi e le immagini riflesse sul vetro.
C'è l'ironia delle numerose foto di donne hard attaccate sul muro mentre Príncipe sodomizza Potro appoggiato al muro.
La musica è forte, malinconica in alcune canzoni.
El Príncipe è una pellicola carnale, erotica, provocante, stimolante. L'eccesso di nudità di giovani maschi è una via di mezza fra l'esaltazione delle fotografie di Wilhelm von Gloeden e un film porno.
Emerge il linguaggio iconico di essere in un film fallocratico, con uno sbucare, un muoversi di falli di svariate dimensioni. L'iconografia del pene in carcere è da esaminare nelle parole di Manuel Puig nel Il bacio della donna ragno:
“… quello di cui avrei bisogno è una donna, perché la donna è il meglio del meglio. … Sì, e io rispondo… stupendo! D’accordo, visto che le donne sono il meglio del meglio… io voglio essere donna.” (5)
Perciò, i tanti peni evolvono iconograficamente in una grande vagina, tutti i carcerati vogliono essere donna.
Manuel Puig, Il bacio della donna ragno, Einaudi, Torino, Prima edizione Supercoralli nuova serie, 1978
https://icsfilm.org/features/ssiff-interview-sebastian-munoz-el-Príncipe/
Sigmund Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale, Bollati Boringhieri, Torino, Prima edizione 1975, Ristampa maggio 2010, Pag. 40
Manuel Puig, Il bacio della donna ragno, Einaudi, Torino, Prima edizione Supercoralli nuova serie, 1978